venerdì 16 dicembre 2011

L'Italia del Risorgimento di Tenebra - Braccati

 6 - BRACCATI





Padula, 1 Luglio 1857



Divise nere, mostrine dorate, bottoni bianchi.
- A terra!
La deflagrazione multipla scoppiò e il piombo tagliò l'aria soffiando.
Le orecchie di Nicotera iniziarono a fischiare.
- Via, via! - urlò, senza sentire la risposta di Falcone, che boccheggiava come un pesce.
Una ventina di corpi erano rimasti a terra.
Mentre le seconda fila di borbonici si apprestava a sparare, la prima ricaricava le armi.
In quel mentre Nicotera e altri dieci patrioti si ripararono dietro ad un declivio di una collinetta che sorgeva dietro palazzo Romano.
- Quello è il VII° Cacciatori! - disse mentre il sibilo nelle orecchie iniziava ad affievolirsi.
- Maledizione, sono esperti di guerriglia, me ne ha parlato il comandante!
Si udì la seconda scarica, seguita dall'eco.
- E' tempo di fare la rivoluzione, amico mio! Si va a caccia di cacciatori...
Il viso di Falcone prese colore, prima di urlare:
- Pronti a scaricare i moschetti!
Nicotera fece cenno al gruppo di salire verso il crinale, per godere del vantaggio dell'altezza.
Intanto spari e urla si levavano da ogni angolo di Padula.
Un'altra trentina di patrioti, alcuni sanguinanti, li raggiunsero e presero posizione sul crinale.
Attese che tutti avessero ben pressato le polveri, quindi diede l'ordine di sparare:
- Viva l'Italia! Viva la Libertà!
Diverse divise nere si macchiarono di rosso, ma altre risposero al fuoco.
Un fiotto caldo schiaffeggiò il viso di Nicotera: il ragazzo alla sua sinistra aveva il cranio ed il cervello spruzzati tutto intorno.
- Alla baionetta, infilziamoli prima che ricarichino! - urlò pulendosi con una manica della camicia terrosa.

- Via, via, di qua!
I polmoni bruciavano, gli occhi erano arrossati dal fumo della polvere da sparo.
Alcuni colpi passarono a poche spanne dalle teste dei patrioti e riecheggiarono tra i viottoli di Padula.
La Guardia Urbana e gli uomini del VII° Cacciatori li incalzavano da quasi due ore.
Le facciate delle case avevano quasi tutte le finestre sprangate.
- I Padulesi se ne stanno rintanati, che Iddio li maledica! - disse Falcone mentre gettava un moschetto scarico.
- Dividiamoci, voi in quella stradina! - urlò Nicotera ad un gruppetto: cinquantre occhi impauriti si infilarono nel budello di pietra.
- Falcone di là, ecco Pisacane! - disse avviandosi nel viottolo che faceva angolo con la via presa dagli altri.
Il comandante stava chiedendo indicazioni ad un uomo coi calzoni alla zuava.
- Dovete prendere lo strettolone, vi porterà fino alla Certosa, sbrigatevi!
- Ringrazia il tuo padrone!
- Se non ci fanno la pelle, ci dovremo sdebitare con Don Federico! - disse Pisacane mentre dava ordine di muoversi ai resti della spedizione.
- Un gruppo ha svoltato poco fa, li dobbiamo avvisare! - disse Falcone.
- Dove hanno girato? - era il servitore di Don Federico.
- Là in cima. - indicò Nicotera.
L'altro scosse la testa: - E' un vicolo cieco!
- Per Dio, Falcone con me!
I due partirono di corsa, lasciando Pisacane e il servitore sul posto.
Raggiunsero l'angolo con l'altra stradina.
Nicotera trasse uno specchietto da una tasca e lo sporse oltre lo spigolo scortecciato.
Tre, quattro file di Cacciatori sparavano a ripetizione, quando una fila si alzava una nuova prendeva il suo posto, mentre le altre due file ricaricavano i moschetti.
Tra le ghette bianche dei soldati, un rivolo rosso si mescolava all'acqua lercia dello scolo al centro della via.
Si ritrasse e ripose lo specchietto: - Andiamocene, Falcone...
- Ma...
- Andiamocene!

Lo strettolone, chiuso dalle facciate muschiose delle case, condusse meno di cento patrioti fino alle mura della Certosa.
- Che ci facevano a Padula quelli del VII°? - chiese Falcone all'amico avvocato.
- Evidentemente i padulesi non erano tutti dalla nostra parte...
- Dobbiamo raggiungere Sanza, da lì dobbiamo provare ad arrivare a Napoli. - Pisacane sembrava un ottuagenario, uno squarcio nella camicia mostrava un morso rossastro.
- Comandante l'hanno ferita! - disse Nicotera.
- Non è niente, pensa ai feriti veri! - una mano tremante si coprì la ferita rotonda.


CONTINUA 



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