venerdì 25 ottobre 2013

La mia storia del cesso: un quasi-meme

Questo quasi-meme nasce per caso sulle pagine di Book and Negative, il blog di Germano M. A questo punto altri lo hanno seguito dopo pochi giorni e quindi la pandemia è dilagata: ecco dunque articoli di Space of Entropy, Plutonia Experiment, Nella mente di Redrum, Strategie Evolutive, Parietaria Officinalis.
Qui su COSE MORTE le epidemie piacciono e quindi non ci sottrarremo al giochino. 
Ma di che si tratta? E che c'entrano i cessi?
Prima dovreste leggere l'articolo di Germano e vedervi il video tratto da "Le iene" di Tarantino, in esso linkato.
In pratica si tratta di rispondere a quelle domande che vi fanno fuori dal web, quando vi lasciate scappare che avete il vizio dello scrivere, domande tipo: 
  • Come hai iniziato a scrivere?
  • Perché scrivi?
  • Cosa scrivi?
Personalmente ho dovuto rispondere dal vivo solo all'ultima domanda, cavandomela con horror e fantascienza, magari apocalittica, cosa che spesso, nel disagio che si sprigiona, arresta la conversazione.
Per le altre due non ricorrerò a storie del cesso per impressionare chi mi sta davanti e potermi meglio infiltrare come fa mr Orange-Tim Roth.
La prima domanda: ho iniziato a scrivere prestino, scuole elementari, dieci anni circa, con un raccontino che si intitolava "Monster, the", in inglese e con l'articolo posposto, come avevo visto sugli Urania di mio fratello. Li sbirciavo di nascosto, perché fino a pochi anni prima avevo il vizio di scarabocchiare qualsiasi supporto cartaceo che riuscissi a raggiungere. Lo scrissi a mano su un quaderno, partendo da un compito per casa, poi lo ampliai un po', arenandomi poco dopo e lasciandolo incompleto.
Facendo un robusto flash forward arriviamo agli ultimi anni di superiori e alla decisione di usare l'Amiga 600 per scrivere un romanzotto di fantascienza bellica alla starship troopers, romanzotto rimasto ovviamente fermo dopo due capitoli, scritti nei successivi due anni tra le lezioni alla facoltà di economia, prima di abbandonare gli studi per la noia e il grigiore di quel posto. 
Il successivo anno sabbatico e servizio civile mi dettero la possibilità di vergare su carta un racconto basato su errori di battitura e invasioni aliene (???) che completai e feci leggere al mio tutor, che apprezzò molto.
Tra spizzichi e bocconi, un corso di scrittura creativa e un romanzo proto-steampunk-satirico (????) completo, mi sono messo in pausa per sei/sette anni fino al 2011, quando ho scoperto la blogosfera, gli ebook, il periodo in cui ho aperto questo postaccio e iniziato a frequentare sulla rete (e alcuni dal vivo) un sacco di compagni e compagne di viaggio.
Seconda domanda: non lo so perché scrivo. 
A volte mi diverto, altre meno, spesso spero di nutrire il mio ego e magari il portafoglio (eh eh). La cosa che mi spinge a continuare è il fatto di poter interagire con tanti e tante blogger più o meno nelle mie stesse condizioni, notando che quello che scrivo spesso piace, non è scritto proprio male e che qualche ardimentoso paga qualche decina di centesimi per leggermi.
Beh, penso che raccontare tutto questo a chiunque mi facesse le fatidiche domande, ne sollereverebbe di altre magari poco carine (Ma ti pagano? Ma pensi solo ai soldi? etc etc) o provocherebbe ondate di gelo siberiano e di pietà cristiana.
Ok, io le ho messe lì sopra le mie risposte, potete sempre pensare che siano anch'esse una storia dei cessi, oppure mi crederete, chissà ;)
Se volete propagare ancora la pandemia siete i benvenuti, cominciate a tossire...


Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

Etichette

Licenza Creative Commons
Questo opera è distribuito con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia.